Se il reddito dichiarato è compatibile con i parametri previsti dal software del fisco comparirà una luce verde mentre ad una luce rossa corrisponderà una incompatibilità tra guadagni e spese. Questi risultati resteranno puramente ed esclusivamente privati, il fisco non verrà a conoscenza dei dati immessi nel programma dal cittadino anche se la logica che spinge questo sistema operativo, ossia la prevenzione, impone di variare il proprio modo di certificare e ricostruire le spese effettuate.
Dunque per superare in modo veritiero il test e per renderlo qualcosa più di un passatempo è necessario un cambio di mentalità del contribuente che dovrà porsi nell’ottica di idee di costruire un proprio archivio personale nel quale registrare ogni esborso così come ogni entrata. Dunque si possono seguire sei semplici regole per farsi trovare pronti all’analisi fiscale; annotare le spese, documentare gli acquisti, conservare gli scontrini, conservare l’estratto conto, pagare (per lo più) con strumenti tracciabili e redigere periodicamente il bilancio familiare.
Del resto, le sette categorie in cui sono divisi i 100 indicatori del redditest che servono a sondare il reddito del contribuente toccano un po’ tutti gli ambiti della sfera personale del consumatore, sono contemplate le spese necessarie (casa, istruzione, investimenti e assicurazioni) così come quelle risorse destinate al tempo libero (abbonamenti, giochi on line, teatro, viaggi, ristoranti). Viste le attività che verranno analizzate richiedere e conservare gli scontrini diventa una prerogativa oltre che una necessità dal momento che è impossibile ricordarsi ogni spesa nel dettaglio.
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