Sul versante della prevenzione, il ddl anticorruzione detta norme sull’Autorità e sul piano nazionale anticorruzione; conferisce deleghe al Governo in materia di trasparenza amministrativa, incompatibilità degli incarichi dirigenziali, incandidabilità conseguente a sentenze definitive di condanna; interviene sul collocamento fuori ruolo dei magistrati.
Sul versante repressivo, il ddl prevede diverse modifiche al codice penale: aumenta il minimo sanzionatorio della reclusione per il reato di peculato; ridefinisce il reato di concussione, introducendo la fattispecie di concussione per induzione e limitando la concussione per costrizione al solo pubblico ufficiale; distingue la corruzione propria, relativa al compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio, dalla corruzione impropria; punisce la corruzione tra privati con la reclusione da uno a tre anni; introduce la nuova fattispecie delittuosa del traffico di influenze illecite, prevedendo una pena da uno a tre anni di reclusione.
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