Uno dei capitoli fondamentali di questo nuovo pacchetto per l’economia, dovrebbe essere quello delle start-up, che si vedranno notevolmente agevolate grazie a nuove disposizioni in materia di avvio dell’attività. “Bisogna far nascere nuovi imprenditori e il nostro orientamento è quello di mettere le imprese in condizione di dispiegare le loro energie”, ha dichiarato a questo proposito lo stesso Passera.
I giovani imprenditori dovrebbero dunque essere i destinatari della parte più sostanziosa del decreto sviluppo-bis. Le nuove norme rivolte alle aziende nasciture hanno impegnato la task force del Ministero negli ultimi 6 mesi. Da aprile, infatti, gli esperti sono al lavoro per diramare agevolazioni concrete, anche in direzione della pubblica amministrazione, più l’invocata Agenda digitale e un nuovo blocco di semplificazioni.
Nell’ottica della modernizzazione digitale del Paese, allo studio è stato conferito il titolo esplicativo di “Restart Italia“, un po’ per strizzare l’occhio ai più giovani, un po’ per enucleare la direzione fortemente votata alla tecnologia del pacchetto di riforme. L’analisi si è giovata anche di focus group tra i tecnici del Ministero e un campione di giovani imprenditori, per conoscere tutte le difficoltà che un giovane desideroso di avviare un’impresa si trova oggi ad affrontare in Italia.
Per le start-up, dunque, sono presenti una quindicina di articoli nel testo del nuovo decreto sviluppo-bis, sui 60 complessivi. Il provvedimento sviluppa per le aziende in fase embrionale un “salvagente” di durata quadriennale, con l’introduzione di regime più soft in caso di fallimenti, che, nel caso di aziende “junior” verranno assoggettate alla disciplina per eccesso di debito.
Il Fondo di garanzia, nel caso di start-up, interverrà senza oneri per l’azienda, mentre i contratti più incentivati, all’interno delle imprese neonate, saranno quelli a tempo determinato, che saranno esentati del prelievo dell’1,4% a finanziamento della nascitura Aspi, come previsto dalla riforma del lavoro.
Sul fronte informatico, invece, spazio alla nuova carta d’identità elettronica, alle pagelle telematiche in ambito scolastico, mentre la pubblica amministrazione dovrebbe fortemente essere sospinta, ancora una volta, verso la digitalizzazione di documenti e procedure, più le prescrizioni mediche elettroniche. Dovrebbe essere corposo anche il capitolo semplificazioni, con attenzione particolare a facilitare i pagamenti del settore pubblico nei confronti del privato.
Sui contratti di rete, poi, le indiscrezioni parlano di una possibile estensione dell’arco temporale di applicazione fino al 31 dicembre 2014, con massimo di utili che potranno essere messi da parte fissati a 2 milioni di euro. Interessanti novità in arrivo anche sul fronte appalti: a svolgere il ruolo di committenza dovrebbe essere l’Agenzia per l’Italia Digitale.
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