Il quiz selettivo per accedere ai corsi di laurea rivolto ai dottori di domani era di 80 domande. Di queste, soltanto 18 riguardavano la biologia, materia sulla quale molti studenti freschi di diploma hanno trascorso le torride settimane intorno a Ferragosto. A detta dei “reduci” dal megatest, però, i quesiti di campo scientifico erano fin troppo complessi, ragion per cui, chi ha passato notti afose sui libri, forse non ha faticato invano.
Tante, come detto, le domande di carattere generalista, che probabilmente hanno finito per precludere la carriera medica a più di un candidato. Tra esse figurava, una prevedibile “Cos’è lo spread?” a fianco di una più tecnica “Come si calcola l’Imu?“. Agli esaminati è stato chiesto inoltre di ordinare cronologicamente la consegna dei premi Nobel ai vincitori italiani o, ancora, richieste linguistiche come il sinonimo dell’aggettivo “fallace“.
Domande di varia natura, insomma, che hanno causato sicuramente più di qualche sorpresa ai pretendenti. La certezza del superamento, per quel fortunato – o meritevole – studente su otto che hanno svolto il test, arriverà solo dopo la divulgazione dei voti associati al relativo codice a barre, unico identificativo per gli aspiranti medici del 2012.
Nonostante il tasso di polemiche “a caldo” sia, al momento, inferiore degli ultimi esempi di concorsi svolti in Italia, non sono mancati i soliti furbetti, prontamente scoperti da una vigilanza quest’anno severa più che mai. Due le studentesse espulse alla Sapienza di Roma per aver tentato di scambiarsi le prove; una, invece, la candidata scoperta a Firenze in pieno “copia e incolla” dagli appunti sulle ginocchia.
Si è aperta, così, la stagione dei test di ingresso alle facoltà a numero chiuso, un passo ogni anno sempre più ostico, tra prove non troppo cristalline e ristretteza degli accessi, ma anche più caro, con esborsi record non solo per le iscrizioni, ma anche per i corsi di preparazione. Disparità che sono state oggetto delle contestazioni di alcuni gruppi studenteschi, che hanno preso di mira il ministro Francesco Profumo. La beffa più atroce, però, è toccata a 110 candidati all’ingresso dei corsi di laurea in Psicologia, sempre alla Sapienza di Roma: per un errore dei server, infatti, non hanno potuto prendere parte alla prova. A questo proposito, hanno già annunciato di sporgere ricorso al Tar.
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