Gli agenti sono stati, dunque, riconosciuti responsabili di omicidio colposo, perché, dalle ricostruzioni investigative, hanno ecceduto nell’uso della forza. Federico, come emerso dalle sentenze di merito, è morto per un arresto cardiaco a seguito del pestaggio da parte dei poliziotti, e non riferibile, in alcun modo, all’assunzione di droghe. I poliziotti non sconteranno il carcere poiché gran parte della loro pena è coperta da indulto, ma nei loro confronti verrà inflitta una sanzione disciplinare e non è escluso il licenziamento.
Grandissima, la commozione di familiari e parenti, e in particolare del padre di Federico, Lino Aldrovandi, alla lettura della sentenza, soprattutto perché questa tragica vicenda rientra nel novero – purtroppo sconfinato – di episodi rimasti insoluti, senza un vero perché che ne possa spiegare perfettamente le dinamiche. “E’ un’aria di giustizia che vorrei si respirasse in tutti i tribunali del Paese, penso soprattutto a quelli che devono decidere dei casi di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e Michele Ferulli (i cui parenti erano in aula, ndr), con i loro familiari ci sentiamo ormai tutti uniti da uno stesso dolore e dalla stessa ricerca di giustizia. Ora mi sento un po’ in pace, vorrei che mio figlio fosse ricordato per quello che era. Molto più dura la madre Patrizia, che ora vorrebbe vedere i 4 poliziotti, che hanno comunque continuato a prestare servizio regolare, dietro le barre. “Non mi importa quanto avranno di pena se e come la sconteranno, voglio sapere se saranno domani ancora nella polizia, perché adesso sono stati condannati in via definitiva, perché quei quattro poliziotti quella mattina hanno fatto morire Federico”.
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