L’atto di indirizzo sulla politica fiscale, firmato dal Premier pochi giorni fa, impegna infatti il Governo, fra le altre intenzioni, anche in un’efficace lotta contro il gioco compulsivo ed il gioco da parte dei minori: il tutto, ovviamente, da definirsi in un assai prossimo decreto.
Inutile sottolineare come tale decisione, al di là della nobilissima motivazione umanitaria, abbia anche lo scopo, grazie al “contrasto alla diffusione di fenomeni di esercizio illegale e non autorizzato del gioco“, di consolidare il gettito fiscale legato al mondo ludico.
Effettivamente, ci troviamo di fronte ad un interessante ed inaspettato progresso a proposito di questo grave argomento, se pensiamo che il Ministero dell’Economia aveva, appena lo scorso dicembre, comunicato alle Regioni ed agli altri Ministeri interessati che l’esame dell’atteso decreto sulla ludopatia sarebbe stato oggetto di una sospensione.
Le Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori ne erano rimaste, in verità, assai sorprese, evidenziando come, solo nello scorso anno, gli Italiani avessero speso oltre 76 miliardi di Euro per il gioco, e come tale cifra avesse subìto, rispetto ai dati del 2010, un incremento del 24%. E se volessimo rapportare tali numeri al relativo incasso dell’erario nel 2011, vedremmo come esso sia ammontato a 9,3 miliardi di Euro ( in particolare, grazie alla nuova tassa del 6%, applicata su tutte le vincite superiori ai 500 Euro ).
Sempre secondo l’attendibile stima delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori, sarebbero oltre 30 milioni le persone che ogni anno, in Italia, usufruiscono di giochi di abilità (a distanza) con vincite in denaro ( ed esse vanno a sommarsi a tutti gli appassionati di Bingo, Gratta&Vinci, e così via! ): quota aumentata addirittura del 170% rispetto all’anno precedente, grazie alla legalizzazione dei giochi di “casinò on line“.
Tra questi giocatori (e qui sta la vera gravità della situazione!), circa 2 milioni di persone mostrano sintomi più o meno gravi di dipendenza dal gioco dei “casinò sicuri“. Era ancora il caso, allora, che il Governo facesse attendere le proprie iniziative rivolte all’eliminazione ed alla prevenzione del triste fenomeno della ludopatia?
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