Lo stesso Tar, su richiesta delle emittenti Canale 34 e Più blu Lombardia, si era già pronunciato sulla delibera in questione, annullando lo scorso 1 agosto la parte del provvedimento che assegnava i numeri dal 9 al 19 alle emittenti locali. La sentenza del Tar era stata poi sospesa, lo scorso 30 agosto, dal Consiglio di Stato.
La nuova sentenza del Tar del Lazio annulla l’intero provvedimento dell’Agcom, che adesso dovrà emanare un nuovo regolamento sulla numerazione automatica dei canali della tv digitale terrestre.
Due le motivazioni che i giudici amministrativi hanno posto alla base dell’annullamento della delibera.
In primis, la normativa è “discriminatoria” dal momento che nell’assegnazione distingue tra canali ex analogici, considerati generalisti e quindi privilegiati, e canali digitali, considerati semigeneralisti e per questo penalizzati. Questo nonostante il fatto che tutti i canali in questione abbiano il medesimo tipo di programmazione.
In secondo luogo, i giudici hanno considerato discriminatorio il fatto che nella numerazione assegnata dall’Agcom i canali digitali vengano solo dopo quelli locali, creando in tal modo palesi disparità nella concorrenza rispetto agli ex canali analogici.
Il Tar ritiene poi che l’Agcom abbia concesso un termine troppo breve per partecipare alla consultazione pubblica, 15 giorni anziché i 30 giorni richiesti dalla legge. Una consultazione ritenuta comunque illegittima perché i soggetti interessati hanno potuto esprimere le loro osservazioni solo sullo schema di regolamento e non anche sul piano di numerazione.
L’Agcom ha già fatto sapere che impugnerà la sentenza davanti al Consiglio di Stato.
Al Consiglio di Stato potrebbero rivolgersi anche Rai e Telecom Italia Media (La7 e Mtv), i gruppi che due anni fa si erano costituiti contro il ricorso dell’emittente di Rupert Murdoch.
Qui il testo della corposa sentenza n. 873/2012 del Tar Lazio.
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