Sul momento, ho avuto un mancamento. E allora ho letto e riletto la sentenza e l’articolo di commento di Guido Scorza.
Avevo capito bene! I giudici di Milano hanno dato ragione al Premier!
Qualcuno giura di aver sentito gridare al miracolo.
Sono adesso arcicurioso di conoscere il pensiero del Premier alla notizia.
Già immagino il fido Ghedini, prostrato al suo cospetto, imbarazzato, balbettare: “Maestro… è meglio che si sieda. E’ successa una cosa straordinaria. Le giuro che ho fatto del mio meglio. Ma i giudici di Milano le hanno dato ragione!”
Chissà se il Presidente del Consiglio ha urlato nuovamente che “i giudici sono una metastasi della nostra democrazia”,
o, più in dettaglio, che “I giudici di Milano sono un cancro e in Italia la democrazia è malata“.
“Sono l’uomo più processato dell’universo”, ha dichiarato qualche mese fa.
Quanta grazia, Sua Maestà.
In verità, sul numero non ha le idee molto chiare: ogni tanto dice 109, a volte 100, poi 30, recentemente sembra essersi assestato sul 24.
In realtà i procedimenti penali che ha subito il Cavaliere sono finora 22.
Di questi solo 9 sono in corso e – direttamente o indirettamente – chiamano in causa il premier tra Milano, Napoli, Roma e Bari.
In prima linea c’e’ la procura del capoluogo lombardo con cinque procedimenti in corso (Ruby-Gate, Mediatrade, Diritti Mediaset, Mills, Unipol); seguono Roma (due), Napoli e Bari con uno a testa (rispettivamente Rai-Agcom e ancora Mediatrade, il ricatto di Tarantini-Lavitola, Rai-Agcom ed Escort).
Negli ultimissimi tempi, poi, non glien’è andata bene una.
Lo scorso 9 luglio i giudici della seconda corte d’appello civile di Milano hanno condannato la Fininvest a risarcire la Cir di De Benedetti per 560 milioni.
«Piuttosto che pagare De Benedetti quei soldi li do in beneficenza» – aveva dichiarato.
Nonostante le roboanti smentite, su consiglio del fido Ghedini, la Fininvest alla fine ha pagato, in attesa della Cassazione Spes Ultima Dea.
Ma probabilmente più dei 560 milioni gli ha fatto molto più male la sentenza del Tribunale di Roma di qualche giorno fa che ha stabilito la legittimità delle 10 domande che Repubblica gli pose dopo il caso Noemi.
“Legittimo esercizio del diritto di cronaca, e lecita manifestazione della libertà di pensiero e di opinioni garantita dall’art. 21 della Costituzione“, ha sancito il giudice monello.
E poi ci sono questi PM napoletani stacanovisti, che lo inseguono per tutta l’Europa, minacciando persino l’accompagnamento coatto del testimone, pur di interrogarlo in qualità di persona offesa, nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta estorsione ai suoi danni da parte dell’imprenditore Gianpaolo Tarantini.
Dai, Silvio, che almeno oggi queste metastasi mentalmente disturbate ti hanno fatto un bel regalo.
Non ci fare l’abitudine, però.
Non si sa mai.
In fondo, “c’è un giudice a Berlino”.
E anche a Milano.
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