L’opzione è stata resa possibile dal decreto 149/2013, convertito in legge lo scorso 21 febbraio non appena insediato il governo di Matteo Renzi. Si tratta, essenzialmente, del provvedimento ribattezzato di “abolizione del finanziamento pubblico ai partiti”, che ha disposto, in realtà, una riduzione progressiva dei trasferimenti statali fino al 2017, introducendo, in parallelo, la modalità di contribuzione volontaria, in vigore però da subito.
Così, a poche settimane dal termine ultimo per la presentazione dei redditi 2013, le Entrate hanno divulgato le istruzioni per coloro che intendano destinare il 2 per mille all’Irpef a una formazione politica tra quelle che rispondono dei requisiti necessari per accedere al finanziamento.
Come paletto, il decreto poi trasformato in legge lo scorso febbraio prevede che ad accedere al contributo volontario siano essenzialmente quei partiti politici che siano dotati di idoneo statuto ai termini di legge, con regolare applicazione interna di trasparenza e democraticità sui bilanci. L’elenco delle sigle politiche ammesse al finanziamento del 2 per mille, dunque, è quello trasmesso dall’apposita Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici direttamente al database dell’Agenzia delle Entrate, secondo i requisiti stabiliti nella nuova legge sul finanziamento pubblico.
Così, non sorprende l’assenza di quello che, alle scorse elezioni politiche, si è classificato come primo partito in Italia e che, al momento, i sondaggi piazzano al secondo posto in vista delle urne europee del 25 maggio: il MoVimento 5 Stelle. Per quanto, nei mesi scorsi il partito di Grillo abbia lasciato all’erario i famosi 42 milioni di euro dei contributi elettorali spettanti per il 2013, prosegue la linea di mantenersi assolutamente estranei a ogni forma di gettito da parte dei cittadini, chiamandosi fuori anche dalla corsa alle donazioni nei 730.
Altra assenza di peso è certamente quella di Nuovo Centrodestra, soggetto politico di fresca istituzione dopo lo scisma con i berlusconiani di Forza Italia, sotto la guida di Angelino Alfano.
Nella scheda emanata dall’Agenzia delle Entrate, si trovano, in ordine, Fratelli d’Italia, Lega Nord, “Movimento politico” Forza Italia, Partito Autonomista Trentino Tirolese, Partito democratico, Psi, Sinistra, Ecologia e libertà, Scelta civica, Südtiroler Volkspartei, Udc, Union Valdôtaine.
Dunque, l’assenza di Beppe Grillo è certamente quella più rumorosa, ma saltano all’occhio anche altre defezioni, come quella dei Radicali, di Rifondazione comunista, i Verdi, di forze giovani come Fare per fermare il declino, oppure gli ormai scomparsi Fli di Gianfranco Fini e l’Italia dei Valori.
A poter realizzare la scelta della destinazione, sia i contribuenti a cui è richiesta la compilazione del modello 730 oppure Unico Persone fisiche 2014, sia coloro che, pur essendo titolari di redditi, sono esonerati dall’obbligo di dichiarazione.
Per destinare il 2 per mille ai partiti inseriti nell’elenco pubblicato dall’Agenzia delle Entrate, sarà sufficiente consegnare l’apposita scheda direttamente al sostituto d’imposta, in un qualsiasi ufficio postale o al professionista che eventualmente svolge la dichiarazione in vece del contribuente. Per consentire ai cittadini di affidare la propria percentuale alla politica, dunque, le barriere si abbattono e tutto diventa, improvvisamente, semplice.
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