Tra i 1830 emendamenti presentati alla Camera sul decreto 90 di riforma alla pubblica amministrazione, infatti, figura anche la modifica che riguarda proprio la categoria di cui la legge Fornero non ha saputo tenere considerazione, i Quota 96 che, alla fine del 2011, avrebbero avuto i requisiti per andare in pensione secondo le regole precedenti la legge del governo tecnico, ma solo a partire dal successivo mese di settembre, quando, cioè, sarebbe terminato l’anno in corso.
Dopo oltre due anni di attesa, e numerose proteste dei diretti interessati, sembra davvero arrivato il momento della verità: all’annuncio di due settimane fa da parte di Francesco Boccia, infatti, è seguita la presentazione ufficiale dell’emendamento.
Ancora, però, permangono diversi dubbi, come ha confermato nei giorni scorsi il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, riconoscendo come le coperture per il provvedimento non siano affatto scontate. Il che, ovviamente, rende imprescindibile il bollino della Ragioneria di Stato su un testo che porta la firma di esponenti di tutti i gruppi parlamentari.
La commissione Affari Costituzionali di Montecitorio è convocata per le 12 e all’Ordine del Giorno reca proprio l’esame degli emendamenti presentati al decreto legge sulla PA, sul cui sfondo i partiti hanno pensato di iscrivere la modifica della legge Fornero tanto attesa dai Quota 96.
Nel pomeriggio, dunque, potrebbe arrivare l’annuncio del via libera, sul quale, se si addensano ben poche nubi a livello politico – dal momento che tutti i partiti hanno sottoscritto l’emendamento – permangono forti incertezze in fatto di coperture.
Oltretutto, una fetta di Quota 96 non sembra particolarmente soddisfatta della soluzione prefigurata dal governo: il testo dell’emendamento, infatti, prevede per i docenti e dipendenti Ata della categoria coinvolta, un ritorno al 2012, anche sul fronte dle riconoscimento contributivo, mentre la liquidazione verrebbe erogata non prima del 2018.
Non sono pochi a sostenere che a queste condizioni, potrebbe essere più conveniente, per i Quota 96, andare in pensione con i nuovi requisiti, lavorando almeno altri due anni. Insomma, anche se il governo vuole varare il testo salvagente, non è detto che tutti i “bagnanti” ci si aggrappino, preferendo di salvarsi con le loro forze.
Insomma, anche se non basterà l’ok delle Commissioni, oggi potrebbe compiersi un nuovo, fondamentale passo verso la pensione dei Quota 96. Viceversa, uno stop potrebbe significare due cose: il rinvio della misura al decreto Scuola – di difficile presentazione prima della pausa estiva – e il conseguente, più che probabile rinvio della pensione per gli insegnanti dimenticati dalla Fornero.
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