E’ stato l’esponente Pd Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio alla Camera,a lanciare l’amo subito dopo l’intervento del premier, in cui si è calcato molto sul tema della scuola e del cuneo fiscale, principalmente al Senato.
Al momento, infatti, i cosiddetti lavoratori di Quota 96 non si trovano nella condizione di andare in pensione con i requisiti antecedenti alla legge Fornero, come invece accade a diversi lavoratori, inclusi nelle eccezioni alla rivoluzione del welfare adottata dal governo di Mario Monti nel 2011.
Un disegno di legge è presente in Parlamento, e reca le due bozze unificate formate dagli onorevoli Ghizzoni e Marzana: nelle intenzioni, proprio l’uscita anticipata di quei lavoratori che, tra contributi versati e età anagrafica, abbiano proprio superato la fatidica Quota 96 entro l’anno scolastico 2011/2012. Una proposta che, però, finora è stata accantonata.
Ieri, però, il presidente di Commissione a Montecitorio Boccia ha riportato d’attualità il tema, in vista, soprattutto, dell’ampio turnover che dovrà attuarsi a partire dal prossimo mese di settembre, dove dovrebbe aprirsi il grande ricambio che, nell’arco di tre anni, dovrebbe portare fino a 82mila nuovi innesti nel mondo dell’istruzione pubblica.
“Sono d’accordo con il premier Renzi – ha assicurato Boccia – quando, nel suo discorso in Senato, parla della necessità di restituire valore sociale agli insegnanti. Diamo subito un segnale in tal senso, chiediamo al governo di dare il via libera alla proposta di legge Ghizzoni per risanare l’errore compiuto dalla riforma Fornero sui cosiddetti Quota 96 della scuola che consentirebbe anche immediati nuovi ingressi tra gli insegnanti”.
Ora, dunque, si attendono i riscontri dei ministri competenti, Giovannini – per l’Istruzione, – Poletti – per il welfare – e soprattutto Padoan, il nuovo responsabile dell’Economia, che dovrà dare il prorpio benestare al provvedimento, naturalmente qualora si trovino le relative risorse.
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