Dunque da domani l’eco-contributo che gli acquirenti di auto e moto nuove dovranno sborsare ai rivenditori per la copertura dei costi di gestione degli pneumatici in dotazione una volta giunti a fine vita sarà più caro, nella fattispecie il nuovo provvedimento adottato in attuazione del dm 8272011 stabilisce così il passaggio del contributo istituito dal dlgs 152/2006 da 5,25 a 5,40 euro per le auto e da 1,30 ad 1,53 euro per le moto, mentre come detto per autocarri e bus si registra addirittura uno sconto, da 27 – 49,85 euro a 26,97 – 48,79 euro.
L’obiettivo del contributo è il finanziamento del sistema di gestione degli pneumatici divenuti ormai rifiuti. Il sistema è definito dal dlgs 152/2006 e stabilisce che i produttori e importatori di pneumatici devono provvedere in forma singola o associata alla gestione su base annuale di un quantitativo potenziale di pneumatici fuori uso pari a quello delle nuove gomme dagli stessi soggetti immesso sul mercato nazionale nell’analogo arco temporale.
Il finanziamento di questa gestione è poi messo a carico degli acquirenti finali dallo stesso “Codice ambientale”, sia l’acquisto riguardi i soli pneumatici o che riguardi vetture che li hanno in dotazione, in base al meccanismo stabilito dai decreti ministeriali 82/2011 e 20 gennaio 2012, emanati in attuazione del dlgs 152/2006.
Mentre la riscossione è unica, e a cura del rivenditore del bene, che la indica in fattura, differente invece è la destinazione del contributo in caso di acquisto di soli pneumatici, esso è dal rivenditore direttamente versato al sistema di gestione dei Pfu al quale aderisce; in caso di acquisto di nuova vettura, con gomme, esso viene invece versato allo speciale fondo istituito presso l’Aci per poi passare ai gestori che raccolgono gli pneumatici fuori uso presso gli autodemolitori.
L’ammontare del contributo da pagare è ufficializzato ogni anno dal Minambiente mediante propri decreti direttoriali, decreti nell’ambito dei quali si inserisce ora il nuovo ed omonimo provvedimento 3 luglio 2013, in vigore dal 20 luglio, ossia 15 giorni dopo la sua pubblicazione sul citato sito web, avvenuta il 5 luglio.
Il rincaro delle gomme però non è il solo rincaro che gli automobilisti italiani sono costretti ad affrontare; infatti è tornato l’incubo 2 euro per quanto riguarda il caro benzina. Proprio come l’estate scorsa i prezzi dei carburanti sono in rapida ascesa e si avvicinano sempre più alla temuta quota 2 euro, quella che nell’immaginario automobilistico collettivo viene vissuta come un vero e proprio abuso.
Del resto però la situazione è veramente drammatica, i distributori non fanno altro che applicare i prezzi delle compagnie e i prezzi esorbitanti si spiegano anche con la necessità di dover far fronte ad una crisi che ha spinto molti benzinai a licenziare la maggior parte dei propri dipendenti perché i costi erano troppo alti.
Secondo una ricerca fatta le regioni più vicine a quota 2 euro sono il Trentino Alto-Adige, l’Emilia Romagna e la Liguria, non solo ma i prezzi più alti si registrano in autostrada dove non ci sono i distributori “no – logo” che ammortizzano i prezzi e comunque, più in generale, lungo le principali arterie del traffico si concentrano i rincari maggiori e i prezzi più salati. Non c’è che dire, per gli automobilisti sarà un’estate rovente sotto molti punti di vista.
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