Nel ddl anticorruzione è in arrivo un emendamento che provvederà alla nomina di un supercommissario ad hoc. Lo ha confermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà in un’intervista al Sole 24 Ore.
Il disegno di legge contro la corruzione è atteso alle Camere nei prossimi giorni, dopo l’enorme spinta provenuta dagli scandali scoppiati negli enti locali, tra tutti il caso Lazio e la vicenda di Tributi Italia Spa, dove è stato messo in atto un raggiro contro decine di Comuni.
“Proporremo un vero e proprio commissario per l’anti-corruzione – ha dichiarato Catricalà – ma senza creare nuove Authority. Un commissario scelto dal governo ed eletto dal Parlamento con la maggioranza qualificata dei due terzi”.
Insomma, una figura fortemente istituzionale, benché siano proprio quelle istituzioni, molto spesso, a essere messe sotto accusa dall’opinione pubblica.
Ma quali saranno i compiti del nuovo paladino degli onesti? “Dovrà avere poteri ispettivi effettivi e denunciare i casi di malaffare nell’amministrazione pubblica per non far gravare tutto sull’autorità giudiziaria”, specifica Catricalà.
Secondo il sottosegretario ed ex presidente Antitrust, la disciplina attuale di sorveglianza sui casi di sprechi e malagestione nella pubblica amministrazione è troppo scarna rispetto alle reali esigenze: “Attualmente, solo la Civit può fare una relazione in Parlamento. E’ davvero troppo poco”.
E l’emendamento, chiarisce Catricalà, sarebbe già pronto: “Lo abbiamo elaborato e scritto il ministro Patroni Griffi – responsabile funzione pubblica – ed io. A breve lo consegneremo al Guardasigilli Paola Severino”.
Eppure, proprio da Patroni Griffi è arrivato un alt all’inserimento in extremis dell’emendamento, a ridosso del via alla discussione del ddl alle Camere. “Se dovessero esserci ritardi – ha aggiunto in giornata Catricalà – allora lo inseriremo nella legge di stabilità”.
Legge di stabilità che verrà discussa proprio domani, martedì, nella convocazione del Consiglio dei ministri, dove appena giovedì scorso è stato approvato il decreto tagliasprechi negli enti locali.
E non finisce qui: “Tra breve – prosegue sempre Catricalà – presenteremo un disegno di legge di rango costituzionale per rivedere il Titolo quinto della Carta. Occorre riequilibrare i rapporti tra i poteri dello Stato e delle Regioni. Affideremo alcune materie di interesse nazionale, come l’energia e le infrastrutture, allo Stato. Così verranno evitati quegli abusi che tanto sconcertano l’opinione pubblica”.
Infine, una breve battuta sulla situazione Ilva, dopo la conversione in legge del decreto che sblocca nuovi finanziamenti per oltre 300 milioni e l’ultimatum di 5 giorni dato dalla magistratura per spegnere l’altoforno. “Tra pochi giorni – conclude Catricalà – avremo la nuova autorizzazione ambientale e la situazione dovrà essere integralmente rivalutata”.
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